Grande Guerra,
memorie
e speranze

Sullo sfondo si vedono i ghiacciai dell'Adamello e le altre creste delle Dolomiti. Davanti, invece, una distesa di altipiani, aspre colline, boschi e valli punteggiate da prati. Più oltre, il Garda, azzurrino e increspato dal vento. Dal passo del Tonale alla Marmolada l'incanto del Trentino è sempre lo stesso. Richiama quiete e bellezza. Ma 100 anni fa, in questa terra di confine, il rumore di bombe e mortai risuonava ovunque, i soldati cadevano come i fiocchi di neve e il fumo degli spari, mischiato alle nuvole, oscurava il cielo: scontri all'ultimo sangue distrussero borghi tranquilli e campi fecondi. Dopo tre anni di inferno il silenzio tornò. E ora, passato un secolo, il simbolo di una colomba gialla indica il Sentiero della Pace: 520 km attraverso trincee, bunker e fortezze dove si è combattuta la Grande Guerra. Una passeggiata con la famiglia, un'escursione in montagna possono essere l'occasione per visitare questi "luoghi della memoria", ognuno con una storia da raccontare.

"E ora il simbolo di una colomba gialla indica il Sentiero della Pace: 520 km attraverso trincee, bunker e fortezze dove si è combattuta la Grande Guerra".


Armi, uniformi, opere d'arte, foto, cimeli, manifesti, oggetti di uso quotidiano nelle trincee, onorificenze militari, lettere e diari sono il grande patrimonio di cui dispone il Museo Storico Italiano della Guerra ospitato nel quattrocentesco castello di Rovereto, la prima tappa del nostro viaggio. In città, oltre al Sacrario di Castel Dante (con le salme di 20 mila soldati) si trova la Campana dei Caduti, realizzata nel 1924 da don Antonio Rossaro fondendo il bronzo dei cannoni delle nazioni belligeranti: da allora suona ogni giorno 100 rintocchi per inneggiare alla pace.

Trentino

Dalla guerra alla pace

Ma dove e come vivevano i soldati al fronte? Per saperlo si devono visitare rifugi e fortezze. Nell'austero Forte di Cadine (il Bus de Vela) eretto dagli austro-ungarici nel 1861 per difendere Trento, plastici, pannelli esplicativi, video, tavoli multimediali e suggestive ricostruzioni descrivono il sistema delle fortificazioni, evocano la vita in prima linea e il ruolo svolto dal Trentino nella Prima Guerra Mondiale. Sugli altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna sette poderose opere militari segnavano allora il territorio alpino: oggi ne rimangono le testimonianze. Sulla propaggine più meridionale dell'altopiano (1.177 metri), il Forte Belvedere di Lavarone ospita una raccolta di foto e filmati sulla storia della fortezza e un'esposizione di materiali recuperati nelle zone della Guerra Bianca. Ma è proprio sul Pasubio e sull'Adamello che si è consumato il dramma più atroce: oltre ai proiettili e alle mine, furono gelo, valanghe e stenti a portare la morte. Sul monte Corno vennero catturati e mandati al patibolo gli irredentisti Cesare Battisti e Fabio Filzi; il Corno di Cavento, invece, è legato al tenente austriaco Felix Hecht, perito eroicamente in uno scontro a fuoco: in una tasca della sua divisa gli trovarono un quaderno nel quale aveva raccontato le nefandezze e l'inutilità della guerra. Il diario si trova nel Museo della Guerra Adamellina di Spiazzo Rendena insieme con cartografie militari, armi, slitte, lettere, oggetti e documenti di combattenti al fronte.


"Il Trentino, dunque, l'epopea della Grande Guerra, ma anche uno straordinario parco della memoria che invita a non dimenticare per costruire cultura di pace.


A Punta Linke (3.600 metri), a breve distanza dalla cima e dal rifugio del Vioz nel gruppo del Cevedale, una teleferica austro-ungarica è affiorata dal ghiaccio in scioglimento: anche qui, dentro una grotta, sono stati ritrovati oggetti appartenuti ai soldati. In migliaia sono stati colpiti dal fuoco nemico in campi trincerati e sbarramenti di resistenza come quello a fianco del torrente Grigno, un fossato lungo circa un chilometro in gran parte coperto, o quello del Trincerone del monte Zugna dove gli italiani fermarono l'offensiva austriaca che risaliva la montagna. Nel campo di Nagià Grom, in Vallagarina, un'ora di cammino in mezzo al bosco, si possono scoprire invece grotte-arsenale, cisterne, baracche, bunker e postazioni per l'artiglieria. Il Trentino, dunque, l'epopea della Grande Guerra, ma anche uno straordinario parco della memoria che invita a non dimenticare per costruire cultura di pace: a Serravalle di Ala, infatti, il 29 ottobre 1918 uno squillo di tromba e una bandiera bianca annunciarono la resa degli austriaci, primo passo verso l'armistizio.

  • Published by Condé Nast

"Da fortezze militari
a testimoni della Storia,
per tenere vive
le coscienze"

Trentino

Grande Guerra,
memorie e speranze

A 100 anni dal conflitto i luoghi delle battaglie sulle Dolomiti trentine si trasformano in mete di escursioni e
passeggiate dove i ricordi e la bellezza dei panorami si fondono evocando la pace.